lunedì 21 febbraio 2011

La polvere dei sogni


"Secoli e secoli di lotta e cieca sofferenza, la voce soffocata in gola, cercando di trovare altri modi per rendere udibili le nostra urla silenziose. Trascinate per pianure e montagne – proprio come quegli altri, i servi dalla pelle scura – scalze, consacrate a salvaguardare la tribù, a caricare le armi, a curare i malati e i feriti, a combattere e morire al fianco degli uomini, poi di nuovo ricacciate nell’ombra mentre gli uomini si prendevano il merito e la gloria.

In ogni momento critico ci è sempre stata assicurata, per speciale dispensa, la nostra breve apparizione in piena luce: poi giù di nuovo, nella familiare oscurità domestica nel nostro “posto “ predestinato. Per soffrire, piangere e morire. Per loro i monumenti che durano nel tempo; per noi, al massimo, la polvere dei sogni. E ancora mi trovo a pensare: perché l’abbiamo sopportato? Perché non ci siamo mai ribellate, tutte insieme? Per amore della breve estasi del sesso? Per la sopravvivenza della specie? Per un patetico senso di sicurezza? Non è forse vero che avremmo potuto fare tutto a modo nostro, e non sempre, esclusivamente, a modo loro?"...


André Brink, La polvere dei sogni